Qual è la differenza tra ‘ricambio nuovo’ e ‘ricambio usato’?
Per quanto riguarda i particolari di carrozzeria la differenza tra nuovo ed usato in buone condizioni è il costo. Infatti entrambi i ricambi sono originali e di conseguenza la riuscita del lavoro non ha sostanziali differenze. I ricambi usati come quelli adattabili possono essere utilizzati soltanto se di comune accordo con il cliente proprietario del mezzo. È preferibile comunque l’utilizzo di un buon usato piuttosto che l’utilizzo di un adattabile.
Qual è la differenza tra ‘ricambio originale’ e ‘ricambio adattabile’?
La differenza principale tra le due tipologie di ricambi oltre al costo di listino è sicuramente la riuscita finale del lavoro ed il grado di difficoltà nel montaggio. Tale operazione infatti per alcune tipologie di ricambi adattabili, in particolar modo per i lamierati ed accessori, risulta talmente difficile che ciò che viene risparmiato sul costo di acquisto viene poi reinvestito sulla manodopera necessaria allo stacco riattacco, con il rischio poi di una non perfetta riuscita del lavoro.
Posso richiedere al riparatore l’utilizzo della vernice originale?
Non è del tutto corretto utilizzare il termine “vernice originale”, poiché anche le case automobilistiche spesso utilizzano delle vernici da differenti produttori. Accanto alla targhetta dove viene riportato il numero di riferimento della vernice dell’automobile vengono semplicemente consigliate alcune marche di vernice utilizzate dalla casa costruttrice. Al numero di riferimento corrispondono uno o più cartoncini verniciati dal produttore di vernici che tengono conto delle possibili varianti del colore. Infine ad ogni cartocino colorato corrisponde una formula per dosare correttamente le molteplici basi coloranti che costituiranno il prodotto finito. Solitamente tutto il ciclo di verniciatura viene eseguito in base alla marca di vernice utilizzata ed ognuna è in grado di riprodurre esattamente la tinta originale.
Perché un danno spesso ha valutazioni differenti a seconda del riparatore?
Come abbiamo avuto modo di constatare nei parametri economici della presente convenzione e nella tabella di costruzione della tariffa di manodopera, ogni azienda artigiana sostiene dei costi differenti, che variano a seconda della qualità dei servizi offerti della grandezza del laboratorio e dal numero dei dipendenti. Ogni azienda quindi può applicare delle tariffe differenti ma non per questo a tariffa più bassa corrisponde un lavoro più scadente, o a tariffa più alta un titolare disonesto. Ogni artigiano è un libero professionista ed è libero di decidere i prezzi da applicare alla propria clientela, purchè il prezzo venga concordato prima dell’inizio delle riparazioni.
Come funziona il risarcimento da parte delle Compagnie assicurative?
Per quanto concerne il ramo dei risarcimenti dei danni materiali RC auto, ovvero dei danni da circolazione, la gestione del sinistro da parte delle compagnie assicurative viene classificato in due principali tipologie: la procedura di Indennizzo Diretto e la procedura RCA. La procedura Indennizzo diretto viene attivata ogni qual volta viene compilato e firmato congiuntamente o meno dalle parti il modello di Constatazione Amichevole d’Incidente (popolarmente ma erratamente chiamato modulo CID) o modulo CAI come dir si voglia, non esistano più di due veicoli coinvolti, un mezzo agricolo o un mezzo con targa straniera. Allorquando esistano tutti i presupposti appena descritti la compagnia del danneggiato gestisce il danno e lo liquida con procedure piuttosto rapide, con l’intento di fare di ottenere un rimborso dalla camera di compensazione a forfait. Infatti, a prescindere dalla somma liquidata la compagnia viene rimborsata con una somma fissa stabilita in base alle medie di liquidazione dei danni ed alle riserve tecniche, con parametri differenti da zona a zona. La procedura RCA subentra invece in tutti gli altri casi e comporta delle procedure più macchinose e lunghe, dove spesso subentrano interventi legali, cause innanzi al giudice di pace o in tribunale, e viene attivata tramite richiesta danni del danneggiato ovvero tramite denuncia di sinistro del danneggiante. In entrambe le procedure, una volta istruita la pratica e verificata la regolarità della polizza, viene incaricato un perito assicurativo fiduciario della compagnia il quale esegue una stima dei danni riportati dal veicolo e verifica eventualmente la compatibilità dei danni riportati dalle vetture coinvolte nel sinistro. Quando il Liquidatore della compagnia ha a propria disposizione la stima, formula un’offerta o comunica al danneggiato le eventuali cause ostative alla liquidazione.
Quanto costa un’autovettura comprata a pezzi?
Nessuno di noi conosce realmente l’enorme entità del patrimonio potenziale che la nostra piccola autovettura rappresenta. Basti pensare che se invece di acquistare dal nostro concessionario un’autovettura che abbia una valutazione di listino che si attesti intorno ai 12.000 / 13.000€, decidessimo di acquistarla “pezzo per pezzo”, spenderemmo 60.000 / 70.000 € più IVA al 20% circa, ovvero 6 o 7 volte il valore dell’auto. La cosa più divertente è che ricambi originali di case automobilistiche italiane, quindi fabbricati in Italia, all’estero costano molto meno. Ciò che più preoccupa è che mentre il costo delle vetture è in 10- 15 anni poco più che raddoppiato, il costo dei ricambi, e parliamo di ricambi semplici che non utilizzano particolari tecnologie, in alcuni casi è aumentato più di 10 volte.
Qual è il vero funzionamento del bonus – malus?
Il bonus – malus è una metodologia di uso molto comune nel nostro paese, in base alla quale vengono determinate le tariffe sulle polizze del ramo RC auto. Essa presuppone l’esistenza di diverse classi di merito all’interno delle quali viene collocata la nostra polizza. Più alta è la classe di merito più alta sarà la tariffa applicata. Con l’acquisto di una nuova vettura la classe di merito di entrata è la 14 e ad ogni sinistro provocato nell’arco di un anno corrisponde un aumento di due classi, e quindi della polizza, mentre ad ogni anno senza sinistri provocati corrisponde una diminuzione di una classe ed un leggero aumento della polizza in virtù degli aumenti tariffari che le compagnie applicano annualmente che mediamente si attestano al 12.5%. Le controindicazioni di questa metodologia tariffaria sono le seguenti: – per via dei cospicui aumenti che la polizza subisce in caso di sinistro, molti assicurati dopo aver causato un danno fuggono omettendo di lasciare i propri dati che permettano il risarcimento dei danni – la maggior percentuale dei danni materiali ha valori che non superano i 1.800,00 €, e molti di questi danni vengono risarciti direttamente dal danneggiante senza richiedere l’intervento delle compagnie, al fine di evitare l’aumento delle due classi di merito, ed in virtù della legge 990 che prevede l’obbligatorietà dell’assicurazione quanto sopra non è corretto nei confronti del consumatore. – Al fine di evitare l’aumento della polizza o per rientrare di alcune spese, molti assicurati anche in caso di torto in un sinistro cercano appigli vari, spesso utilizzando le vie legali, aumentando il contenzioso e causando notevoli spese alle compagnie che in seguito si ripercuotono sulle tariffe delle polizze e quindi sul consumatore. L’Italia è l’unico paese in Europa dove un sinistro può essere risarcito al 100% ad entrambe le parti coinvolte nel sinistro.
Che cosa sono le riserve tecniche?
Le riserve tecniche sono dei conteggi effettuati a fine anno, che vengono inseriti all’interno del bilancio delle compagnie. Esse rappresentano tutti qui sinistri avvenuti nel corso dell’anno ma che certamente non verranno liquidati prima della chiusura del bilancio. Il problema principale è che il conteggio sommario del danno avviene non necessariamente sulla stima di un perito fiduciario, ma spesso sulla base della descrizione dei danni riportata sul modulo CAI o sulla richiesta danni. In questo modo danni che effettivamente verranno liquidati a cifre irrisorie possono essere conteggiati in modo rilevante.
Quali sono i principali fattori che determinano l’aumento delle tariffe R.c.a.?
Le compagnie di assicurazioni italiane tendono ad accreditare le responsabilità degli aumenti ingenti e costanti delle polizze a fattori esterni ed in particolar modo:
- · Alle “elevate” tariffe delle carrozzerie convenzionate
- · Alle frodi da parte degli assicurati
- · All’elevata sinistrosità
- · Agli elevati risarcimenti dei danni fisici
Dopo aver constatato cosa significa “riserva tecnica” a molti è sorto il sospetto, Isvap compresa, che a prescindere da essa molte compagnie da anni in realtà ottengono dei bilanci in attivo e non in passivo. Detto questo abbiamo avuto modo di fare alcune considerazioni tra le quali le più rilevanti sono riportate schematicamente nelle tabelle sottostanti: tabella 1
|
Tariffa di manodopera media carrozzerie
|
|
|
SVIZZERA
|
75.00 EURO
|
SVEZIA
|
70.00 EURO
|
GERMANIA
|
61.00 EURO
|
AUSTRIA
|
60.00 EURO
|
FRANCIA
|
40.00 EURO
|
INGHILTERRA
|
35.00 EURO
|
ITALIA
|
22.00 EURO
|
tabella 2
|
aumenti tariffe carrozzerie convenzionate ANIA
|
Tasso d’inflazione
|
Aumenti medi delle polizze ramo RC AUTO
|
Anno 1994
|
3.0%
|
3.5%
|
12.3%
|
Anno 1995
|
2.5%
|
5.0%
|
11.5%
|
Anno 1996
|
3.0%
|
5.2%
|
10.1%
|
Anno 1997
|
2.0%
|
2.6%
|
9.2%
|
Anno 1998
|
1.8%
|
2.8%
|
15.6%
|
Anno 1999
|
2.0%
|
2.0%
|
17.0%
|
Anno 2000
|
1.5%
|
2.7%
|
11.2%
|
TOTALI
|
15.8%
|
23.8%
|
86.9%
|
A chi legge le dovute considerazioni. Per quanto concerne le frodi, che a quanto pare in Italia sono di uso comune, ai danni delle Assicurazioni ci sono delle piccole considerazioni da fare. Gli ultimi dati ufficiali riferiscono che sul totale dei sinistri RC auto le truffe (accertate ed ipotetiche) incidano per un 2%. Inoltre le assicurazioni non tengono conto di tutti quei sinistri che le compagnie sistematicamente non pagano più, perchè risarciti direttamente dall’assicurato, e di tutti quei sinistri di lieve o media entità che non vengono risarciti, e sono numerosissimi, poichè rimane sconosciuta la parte danneggiate la quale fugge senza lasciare dati onde evitare gli aumenti che causerebbe il principio del bonus malus. Le frodi di qualsiasi natura esse siano sono fatti deprecabili quanto ingiustificabili, ma se le compagnie pretendo correttezza, come è giusto che sia, dovrebbero quantomeno dare il buon esempio! I forti esborsi da parte delle compagnie sono sicuramente da ricercare nella loro gestione dei sinistri, rivedendo e correggendo ove possibili tutte quelle procedure che allungano i tempi dei risarcimenti o che non consentano risarcimenti adeguati. Analizzando le procedure possiamo facilmente notare che: – il perito delle compagnie, classificato come libero professionista, in realtà non lo è, in quanto riceve incarichi sempre dalla stessa, o dalle stesse Assicurazioni con le quali stringe un legame di lavoro, e viene controllato tramite semplici medie aritmetiche eseguite sulla stima dei danni. Pertanto, per non perdere lavoro viene indotto ad eseguire delle perizie al di sotto del reale costo del danno. – Inoltre il perito viene pagato pochissimo per ogni perizia che esegue, e per ovviare alle lungaggini delle compagnie è costretto a riconsegnare le perizie in tempi rapidissimi, e costretto quindi ad eseguire un lavoro di quantità e non di qualità. Queste ricette apparentemente abbassano i risarcimenti nei confronti dei danneggiati (ingiustamente), ma in realtà il consumatore è costretto per ottenere la giusta liquidazione dei danni ad affidarsi a studi legali creando un contenzioso costosissimo ed enorme. A volte le compagnie per risparmiare 100.00 euro ne esborsano 3000.00 tra spese di causa ed avvocati vari. – Il bonus malus crea contenzioso – Al momento della liquidazione dei danni spesso vengono attribuiti concorsi di colpa inesistenti che generano altro contenzioso E notando quanto sopra non possiamo fare a meno di pensare che se le compagnie badassero meno alla loro politica di risparmio incondizionato e di più ad una politica mirata alla trasparenza, alla correttezza, al giusto risarcimento, e quindi alla tutela dei diritti dei loro assicurati, eliminerebbero molto contenzioso e molte truffe, riacquistando quella popolarità oramai perduta nei confronti dei cittadini italiani, ed ingenti capitali puntualmente gettati al vento.